I Quartieri Spagnoli sono un labirinto colorato di vicoli adiacenti al centro storico di Napoli.
Oggi, le persone usano aggettivi come "cinematografico" per quello che un tempo era uno dei quartieri più malsani della città.
Originariamente un'area designata per i soldati spagnoli di guarnigione qui nel 1500, i Quartieri Spagnoli di Napoli divennero rapidamente il centro di un'economia di mercato nero in forte espansione. Mentre un tempo era una zona vietata, oggi una visita a Napoli non è completa senza perdersi nella sua rete di vicoli.
Quindi partite alla scoperta degli stretti vicoli, delle trattorie di quartiere, dei piccoli caffè e dei grandiosi palazzi antichi dei Quartieri Spagnoli di Napoli e lasciatevi incantare.
In questo articolo:
l Quartieri Spagnoli di Napoli si trovano a ovest del centro storico, schiacciato tra il lungomare e la collina del Vomero. Per raggiungere il quartiere con la metropolitana di Napoli, prendi la linea 1 fino alla stazione Toledo.
Da lì, il cuore dei Quartieri Spagnoli è raggiungibile con una breve passeggiata.
Immergetevi tra questi vie per assorbire lo spirito napoletano. Lasciatevi guidare dai vostri sensi, ammiratene la semplicità. Se potete, fermatevi a mangiare per vivere un’esperienza unica.
A Napoli l‘ospitalità è nel DNA, specie in questi posti folclorisitci!
Se avete modo, fermatevi da nennella, trattoria ormai tipica per il loro modo di fare molto alla mano. Modo che, però, viene apprezzato proprio per questo, perchè rispecchia la semplicità!
Mappa dei Quartieri Spagnoli
Maschio Angioino
Non l’ho messo come primo a caso, ma per 2 motivi ben precisi!Il primo è che se siete dei crocieristi, appena attraccate a Napoli, il Castello è di fronte. Il secondo è che Piazza Municipio (dove si trova il Castello) è strategicamente perfetta. Qui trovate fermata della metro e dei bus! Noi potremmo anche evitare di prenderli dato che tutti i posti si susseguono uno dopo l’altro.
A due passi da essa trovate Via Toledo, da qui potete poi raggiungere tutte le destinazioni. Ora però andiamo per gradi! Piazza Municipio è famosa soprattutto per il Maschio Angioino o Castel Nuovo.
Le sue origini sono antichissime, tanto è vero che dobbiamo tornare al 1266 con Carlo I D’Angiò. Secondo me vale la pena anche solo vederla dall’esterno! Quindi lo inserisco nella lista tranquillamente!
Via Sant'Anna di Palazzo
In Via Sant'Anna di Palazzo, all'angolo con Vico Sergente Maggiore, possiamo ammirare il murale della (nipote?*) della poetessa e rivoluzionaria Eleonora Pimentel Fonseca, creato sul muro della casa dove abitava con la famiglia.
Per la sua partecipazione alla Rivoluzione Paertenopea, il 17 agosto 1799, Eleonora fu condannata a morte per tradimento. La frase sul murale (*"forse un giorno gioverà ricordare queste cose") è stata la sua ultima prima di morire impiccata a Piazza Mercato.
*La ragazza raffigurata sul murale dovrebbe essere la nipote di Eleonora, perchè i ritratti della poetessa vennero distrutti.
Passeggiando per i vicoli dei quartieri si trovano le figure apotropaiche, delle maschere di diavolo dell'epoca barocca che servivano a tenere lontane le energie negative da luoghi ed edifici.
Un altro aspetto interessante riguarda la presenza massiccia di edicole votive, dei tempietti che accolgono statuine o immagini religiose. La Madonna del Carmine, la Madonna dell'Arco, Sant'Anna e Sant'Antonio sono i più pregati, a seguire anche il Patrono San Gennaro.
La nascita delle edicole votive fa sorridere.
Facendo leva sulla grande devozione dei napoletani, e per evitare che i malviventi facessero rapine per le strade buie, nel 1700 vennero impiantate 300 immagini della Madonna. In questo modo i fedeli accendevano i lumi, si prendevano cura delle edicole e i quartieri venivano illuminati senza gravare sulle casse della corte.
Sebbene oggi non ci sia più necessita di lluminare le strade con i lumini, l'usanza si è comunque mantenuta e le edicole continuano ad essere curate, ornate e restaurate dalle singole famiglie che le custodiscono come una sorta di chiesetta personale.
Palazzo della Stamperia
In via Rosario di Palazzo 25 erge il cosiddetto Palazzo della Stamperia, un condominio con cortile al centro.
Nato come convento, diventato poi Stamperia Reale durante la dominazione Borbonica, sede oggi di abitazioni e B&B.
Palazzo Cattaneo-Barberini
In Via San Mattia 63 troviamo uno degli edifici civili meglio conservati dei Quatrieri Spagnoli, il Palazzo Cattaneo-Barberini - detto anche del Principe di Sannicandro.
Il palazzo ha origine nel 1600, rinnovato poi in veste neoclassica. Il suo nome deriva dall'acquirente, l'ottavo principe di Sannicandro Francesco Cattaneo. È un palazzo molto bello e ben tenuto, con un cortile interno che ricorda i patii spagnoli.
N.B. Il palazzo ad oggi è un condominio privato, quindi potreste trovare il portone chiuso. Noi siamo riusciti a vederne il cortile interno solo perché la nostra guida ha gentilmente chiesto ad uno dei condomini di poter entrare.
Le opere d'arte di Salvatore Iodice
In Vico Lungo Trinità degli Spagnoli troviamo delle frecce in legno colorate. Poi panchine realizzate con letti abbandonati e cestini dipinti. Si tratta del progetto Riciclarte di Salvatore Iodice, un falegname nato e cresciuto nei Quartieri Spagnoli.
Si può dire che Salvatore Iodice con il suo progetto abbia dato una notevole spinta alla rinascita Quartieri, coinvolgendo i ragazzi del quartiere per distrarli dalla strada ed evitare che si lascino coinvolgere in brutti giri.
Con loro realizza pezzi artistici da materiali trovati per strada: panchine, indicazioni, cestini, magneti, restaurazione di street art. I pezzi abbandonati vengono trasformati in opere d'arte, usando appunto l'arte per raggiungere scopi ancora più alti quali l'integrazione e la riabilitazione sociale.
Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe
Poco distante dalle lastre di pietra irregolari di Vico Tofa, scoprirete uno dei luoghi di culto più insoliti dei Quartieri Spagnoli di Napoli.
Stretta quanto lungo è il suo nome, la Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe è una cappella che si vede in un batter d'occhio e non la si vede in una strada laterale. Sebbene l'interno del santuario sia intrigante, con insolite sculture liturgiche come la Vergine Maria in abiti da pastorella, questa non è l'attrazione principale di questa tappa spirituale.
Si trova al piano di sopra, nell'appartamento che un tempo apparteneva all'unica santa donna di Napoli. All'interno di questo santuario accuratamente conservato, la sedia di legno attende i fedeli che credevano che sedersi su di essa avrebbe portato una gravidanza tanto desiderata.
Altri reperti includono gli strumenti per la flagellazione della santa e vestiti macchiati di sangue dalle sue stimmate.
Tra i murales più famosi di Napoli, quello più venerato nei Quartieri Spagnoli e in tutta la città è il Murale Diego Armando Maradona.
Questo progetto di passione su tre piani si trova in Via Emanuele De Deo. Creato spontaneamente da un tifoso locale, è un imponente omaggio a Diego Maradona, uno dei più grandi giocatori di calcio del mondo. Fondamentale è che il piccolo argentino abbia aiutato la squadra locale Napoli a vincere due titoli di Serie A, un risultato che all'epoca era senza precedenti per una squadra del sud Italia.
Sotto il murale, vedrete piccoli santuari al giocatore lasciati dalla gente del posto. Ci sono strati in questo: Maradona era famoso anche per il suo legame con la classe operaia.
Se il calcio non fa per voi, potete trovare un murale di Sophia Loren in Vico San Liborio. Oppure potete passeggiare più a fondo in Via Montesilvano, un corridoio di street art soprannominato il "Montmartre di Napoli".
Murales "La Pudicizia" di Bosoletti
Nello stesso slargo troviamo il murale di Francisco Bosoletti, ispirato alla scultura La Pudicizia, che si trova nel museo-cappella Sansevero (dove c'è anche il Cristo Velato).
La gigantografia occupa la parete dell'edificio che si erge di fianco a quello di Maradona ed è stata realizzata con un gioco di bianco e nero che fa sì che le luci siano al posto delle ombre e viceversa. Fotografando l'opera e applicando un filtro negativo, si potrà ammirare tutta la sua bellezza.
Bosoletti non è nuovo a questo tipo di street art. Con la tecnica del negativo, l'artista spinge lo spettatore a guardare oltre, andare oltre l'apparenza. Un'altra opera d'arte realizzata con questa tecnica si trova in Via Fontanelle nel Rione Sanità, un'altra zona molto caratteristica che vi invito a visitare.
Vico Totò ai Quartieri Spagnoli
A due passi da Largo Maradona ci troviamo in Porta Carrese a Montecalvario, detta anche Vico Totò per la presenza massiccia di street art dedicata al Principe della Risata e ai suoi film.
Grazie alle opere di 20 artisti, ognuno con il proprio stile, questo vicolo è diventato quasi un museo a cielo aperto: frasi di film, fotografie, locandine, ritratti e caricature colorano la strada che si popola sempre più di turisti e fan dell'attore.
Largo Baracche
Porta Carrese a Montecalvario termina in una piazzetta nota come Largo Baracche.
L'area dove sorsero i Quartieri era un tempo coperta interamente da boschi. All'epoca della dominazione spagnola, la grande presenza di soldati soli invitò le donne delle campagne alla prostituzione, approfittando proprio dell'intimità creata dei boschi, soprattutto quello di gelsi.
Sebbene il bosco fosse un luogo ideale per l'incontro delle ragazze con le truppe, le macchie lasciate dai gelsi sulle uniformi dei soldati non lasciavano spazio ad alcun dubbio. Questa cosa non doveva accadere, il bosco venne quindi disboscato e le ragazze si spostarono in quella che è oggi Piazza Baracche, alzando appunto queste baracche per continuare a fare affari.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il Largo fu trasformato in un bunker da usare come rifugio antiaereo per gli abitanti dei Quartieri.
Questo spazio sotterraneo oggi ospita mostre temporanee di artisti emergenti e star internazionali. Uno degli ingressi dell’ex bunker è decorato con un murale di Bud Spencer e Sophia Loren intitolato “e scugnizz de Quartier“.
I bassi e il murale di Filomena Marturano
Passeggiando nei Quartieri Spagnoli, ma anche in altre zone come il Rione Sanità, è impossibile non notare la presenza massiccia dei cosiddetti "bassi".
I bassi nascono all'epoca degli Spagnoli dalla necessità di creare dei luoghi abitativi a stretto contatto con le attività commerciali. È così che i locali al pian terreno dei palazzi diventarono insieme casa e negozio, o come si usa dire a Napoli: "casa e puteca".
I bassi erano sempre i primi ad essere colpiti dalle epidemie di peste e colera e dai terremoti, quindi spesso venivano evacuati perché non idonei ad abitare, ma poi riaperti e rioccupati varie volte.
Oggi i bassi continuano ad essere abitati, in condizioni ben più decorose rispetto al passato, e molti sono stati trasformati in ristorantini o B&B.
I bassi hanno una sola apertura sulla strada, quindi le porte e le finestre di queste piccole case sono quasi sempre spalancate per far entrare un minimo di luce. Davanti ai bassi ci sono quasi sempre stendipanni, vasi e sedie piazzati strategicamente per evitare che le auto vengano parcheggiate proprio davanti l'ingresso.
In Vico San Liborio troviamo un murale di Sophia Loren che interpreta Filomena Marturano, il personaggio del celebre testo teatrale di Eduardo De Filippo. Il murale del volto di Sophia, insieme ad una targa e una pergamena disegnata che riporta una famosa frase di Filomena, si trova sul muro del palazzo dove visse la donna.
Respira La Pignasecca
La Pignasecca è un mercato all'aperto vicino alla via dello shopping di Via Toledo. Il suo nome fa riferimento alla pineta che profumava l'aria prima che venisse sgombrata per far posto ai Quartieri Spagnoli di Napoli.
Oggigiorno, le fragranze possono essere meno facili da individuare, ma non per questo meno allettanti: un mix inebriante di prodotti freschi, il raccolto vitreo dell'alba dal Golfo di Napoli e qualsiasi altra necessità napoletana che troverete in vendita sulle bancarelle di questo carismatico luogo di commercio.
Oltre ai piatti italiani di ricci di mare sommersi e mazzi di peperoncini rossi, troverete anche bancarelle che offrono di tutto, dai profumi a basso prezzo alle caramelle italiane. Se avete bisogno di qualcosa di più sostanzioso, questo è anche un ottimo posto per prendere il cuoppo fresco , ovvero coni di carta ripieni di acciughe leggermente pastellate, perfetti per uno spuntino.
Il mercato prende il nome da una leggenda, secondo cui in questa zona c'era un fitto bosco di pini abitato da gazze ladre. Un giorno una gazza rubò l'anello al vescovo di Napoli, che era venuto nel bosco per ricongiungersi di nascosto con la sua perpetua. Il vescovo, per vendetta, scomunicò tutte le gazze. Dopo pochi giorni la pineta seccò e le gazze volarono via, lasciando quel luogo divenuto ormai arido e quindi conosciuto come "la Pignasecca".
Grazie alla stazione della metropolitana, della Cumana e della funicolare di Montesanto, oggi il quartiere della Pignasecca è perennemente popolato da persone che si riversano in zona per fare acquisti, andare a lavoro o per mangiare. La Pignasecca infatti è piena di bancarelle, negozi di abbigliamento, bar, alimentari e friggitorie. (A proposito di friggitoria, vi consiglio di fermarvi a mangiare un cuoppo di fritturine da Fiorenzano!).
Sulla parete di un edificio di Piazza Pignasecca compare un murale di David Vecchiato che ritrae il viso di un bambino, azzurro come il cielo. Si tratta del viso di Mattia Fagnoni, un bambino di poco più di 7 anni strappato via ai suoi genitori nel 2015 da una malattia rara. Il murale ha dato il via ad una raccolta fondi ed un calendario di eventi per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema delle malattie rare che colpiscono i bambini.
Sfoglia le Boutique di Via Toledo
Punteggiata da qualche palazzo signorile, Via Toledo taglia un tratto attraverso i Quartieri Spagnoli. È stata una delle principali arterie commerciali dei Quartieri Spagnoli e della città dal 1536.
E mentre Toledo è nota per lo shopping, una passeggiata lungo la via offre molto di più. Collega Piazza del Plebiscito e Piazza Dante, quindi percorrere l'intera lunghezza di meno di un miglio comprende attrazioni come il Palazzo Reale, la favolosa stazione della metropolitana di Toledo con i suoi mosaici e il Teatro San Carlo. Il colore aggiunto è fornito da pittori e artisti di strada locali.
Tuttavia, potresti essere troppo distratto mentre ti stai prendendo la prova di una nuova camicia dal rinomato Luca Avitabile per accorgertene. Un altro tesoro commerciale che vale la pena di visitare è il negozio di ombrelli artigianali di Mario Talarico. Oltre alle attività più di nicchia, Via Toledo ospita anche nomi internazionali come Swarovski.
Mangiare Sfogliatelle da Pintauro
La sfogliatella è il simbolo di Napoli: dolcetti a forma di conchiglia ricoperti di zucchero e ripieni di ricotta, profumati alla vaniglia, alla cannella o ai vivaci limoni di Sorrento.
Sebbene ne trovi in tutta la città, uno dei posti più ricercati è la Pintauro Pasticceria. Si trova appena fuori Via Toledo, all'angolo, e probabilmente noterai la coda di napoletani in attesa prima di vedere la vetrina.
Una volta arrivati in testa alla coda, l'odore di questa pasticceria di quartiere è intenso quanto l'interno rivestito di marmo. Le sfogliatelle sono deliziosamente calde e gloriosamente croccanti, ma con un interno soffice e saporito.
Alza lo sguardo verso la Galleria Umberto I
All'estremità meridionale di Via Toledo si trova la regale Galleria Umberto I. Per tutti i visitatori che hanno visto anche la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, una visita a questo elaborato centro commerciale provoca un vertiginoso senso di déjà vu.
La Galleria Umberto è quasi una gemella identica, con gli stessi pavimenti in marmo ornati e gli alti soffitti in vetro (ma senza le boutique di lusso della città settentrionale). Ora inclusa nel sito patrimonio mondiale dell'UNESCO che comprende il centro storico di Napoli, la galleria, dopo anni di abbandono, è tornata al suo splendore di fine Ottocento.
All'interno, La Sfogliatelle Mary vende alcune delle migliori sfogliatelle della città . Sedersi e gustare un espresso in uno dei bar è il modo perfetto per soffermarsi sull'affascinante architettura in stile umbertino .
Dal XIV secolo, il percorso pedonale della Pedamentina collega le due parti di Napoli - Il centro e la collina del Vomero. Creato per consentire ai lavoratori di trasportare materiali da costruzione, si è anche dimostrato utile come parte della rete difensiva della città, aiutando a respingere gli invasori decisi ad assediare Castel Sant'Elmo sulla cima della collina.
È possibile accedere alla Pedamentina dai Quartieri Spagnoli.
Circa 414 gradini vi separano dalla cima della collina del Vomero. Tuttavia, il panorama sul Vesuvio e sul golfo di Napoli vale la fatica. Troverete l'inizio della Pedamentina vicino al Parco dei Quartieri Spagnoli.
In alternativa, prendete la funicolare da Piazza Montesanto.
Piazza del Plebiscito
Arrivare in Piazza del Plebiscito dai Quartieri Spagnoli può farti sentire come se stessi uscendo da un labirinto. Improvvisamente le strette vie si dissolvono e c'è la piazza più grande di Napoli, un ampio spazio aperto circondato da un imponente sfarzo architettonico.
Visitare Piazza del Plebiscito, situata sul margine meridionale dei Quartieri Spagnoli, è una delle cose migliori da fare a Napoli . Vedrai le statue in posa nelle nicchie della facciata del Palazzo Reale, così come le gloriose cupole che fluttuano sui colonnati della Chiesa di San Francesco di Paola.
Naturalmente, dopo questo, avrai bisogno di tempo per elaborare. Attraversa i ciottoli a ventaglio fino al leggendario Caffè Gambrinus per un espresso rivitalizzante in un ambiente sontuoso.
Teatro San Carlo
Uno dei tesori culturali di Napoli racchiuso in una grande dichiarazione architettonica, il Teatro San Carlo è una straordinaria visione a due livelli di colonne e archi, coronata da statue dorate che rappresentano le muse. Lo troverete vicino a Piazza del Plebiscito.
Il più antico teatro d'opera del mondo in attività continuativa, il San Carlo aprì le sue porte all'alta società napoletana nel 1737. Nonostante il suo aspetto odierno, gli anni non sono stati gentili. Subì ingenti danni da incendio nel 1816 e fu bombardato durante la seconda guerra mondiale.
Ha goduto di un costoso restauro tra il 2008 e il 2010 e oggi troverete i suoi interni splendenti in un glorioso oro e scarlatto. Se non state guardando un'opera, potete entrare come parte di un tour di mezz'ora. Mentre sbirciate nel palco reale e ammirate il palco, scoprirete la storia completa delle montagne russe del teatro e il background dell'impressionante patrimonio operistico di Napoli.