AARHUS – CITTA' IN AUTONOMIA - SUGGERIMENTI PER UNA PASSEGGIATA CON MAPPA E PERCORSI -

Aarhus è la seconda città della Danimarca per numero di abitanti ed ha vissuto fino ad oggi all’ombra di Copenaghen, anche se ora sta cominciando a prendersi una rivincita e ad essere sempre più apprezzata dai turisti, che spesso decidono di passarci un weekend, anche grazie all’elezione a Capitale Europea della Cultura nel 2017.




La città venne fondata dai vichinghi nel VII secolo, come testimoniato da alcuni ritrovamenti, ed ha quindi una storia antica che spesso si fatica a percepire camminando per il centro storico. 
Questa città è animata dagli studenti, grazie alla sede della sua importante università. Per questo motivo Aarhus è particolarmente viva, soprattutto nelle vie intorno ai canali e, probabilmente il suo animo giovane l’ha aiutata nell’essere conosciuta come la “città dei sorrisi”.

Aarhus è la capitale dello Jutland, ovvero la penisola più occidentale della Danimarca, collegata direttamente alla Germania e al continente europeo. Il nome Aarhus è legato all’acqua: in danese antico significa “foce del fiume”.

La città di Aarhus, nonostante sia la seconda per dimensioni in Danimarca, è comunque sufficientemente compatta per essere visitata a piedi. 

La visita di Aarhus richiederà tutta una giornata. Le attrazioni del centro storico sono abbastanza vicine tra loro, ma per chi non ama camminare potrebbe essere il caso, di tanto in tanto, di prendere un autobus del trasporto pubblico. 

In fondo all'articolo troverai  la mappa dell’itinerario tra le cose da vedere ad Aarhus.


Dirigiti innanzitutto verso il Den Gamle By che è la zona di Aarhus più lontana. Quasi 5 km dal Cruise port di Aarhus. (3)


Per arrivarci il tuo taxi imboccherà la via che conduce fino all’orto botanico, ma che prima conduce fino al mulino che domina la città.

La storia del mulino Vesterbro è piuttosto travagliata.(1)


Inizialmente venne costruito nel 1755 e serviva ad aiutare il proprietario a tagliare i ceppi di legno. Una brutta tempesta che si scagliò sulla città nel 1821, però, lo rase al suolo e venne sostituito da un secondo mulino in stile olandese.

Purtroppo anche questo non ebbe grossa fortuna e fu colpito da ben due incendi, uno nel 1885 e uno nel 1903, in seguito ai quali venne comunque ricostruito. Solo 8 anni più tardi all’ultimo incendio la parte superiore venne demolita lasciando in piedi il basamento che insieme agli edifici che lo circondavano venne utilizzato per uso domestico.

Con la creazione del quartiere ‘storico ricostruito’ Den Gamle By, si decise di portare qui anche un vecchio mulino. 

Dagli anni trenta del secolo scorso venne installato il mulino che possiamo ancora vedere, risalente al 1792 e che fino ad allora si trovava nella contea di Ribe, a Frøstrup.


Ovviamente non è possibile accedere al suo interno, ma è concesso ammirare solo le sue pareti in legno scuro che sullo sfondo hanno il Giardino Botanico di Aarhus

Subito dopo il mulino comincia il giardino botanico di Aarhus, con una particolare struttura che somiglia a una bolla gigante finita a terra. (2)


Questa non è altro che la serra tropicale all’interno della quale vengono coltivate e fatte crescere piante che non resisterebbero ai climi rigidi della città o che poi verranno piantante nei vicini giardini.

Oltre la struttura, su tutto un lato del Den Gamle By, si sviluppa il giardino botanico di Aarhus che occupa delle collinette sulle quali sono ospitate numerosissime piante di diverse specie. L’accesso a questa oasi verde è libero e grazie all’apertura di 24 ore su 24, può diventare un buon rifugio per rilassarsi un po’. 

Le aiuole che lo compongono sono suddivise a seconda delle diverse zone della Danimarca, dando quindi la possibilità di capire i diversi habitat sviluppati in tutto il paese. In un piccolo giardino si trovano anche le piante medicinali più utilizzate, mentre al centro è presente una zona rocciosa con piante provenienti da regioni montuose di tutto il mondo, ancora una volta suddivise in base alla provenienza.

A completare la visita sono presenti anche le Case Tropicali, ovvero le grandi bolle che contengono al loro interno piante subtropicali e tropicali.

Il giardino botanico di Aarhus venne fondato nel 1873, originariamente come luogo per alberi da frutto e altre piante utili per l’intera popolazione cittadina. Il comune di Aarhus ha trovato però troppo costoso mantenere il giardino e dismise parte della manutenzione di queste aree.

 Nel 2011 un gruppo di cittadini particolarmente legato a questo polmone verde, che è uno dei parchi più grandi della città, ha fondato un’associazione che si occupa gratuitamente della manutenzione di alcune delle sue parti.


Una delle attrazioni più visitate in tutta Aarhus è senza dubbio il Den Gamle By, ovvero la città vecchia. In realtà non si tratta di un vero e proprio angolo del centro storico di Aarhus mantenuto intatto, ma di una ricostruzione assai particolare. (3)



I danesi hanno una particolare passione per i costumi e le ricostruzioni d’epoca, e nel Den Gamle By possono trovare una bella soddisfazione: questo è una sorta di museo all’aria aperta in cui sono ospitate ben 75 case in legno e muratura provenienti da tutti gli angoli della Danimarca (ben venti località) e riposizionate qui in modo da ricreare una piccola cittadina dell’epoca del più famoso danese mai esistito: Hans Christian Andersen. 

Il Den Gamle By è suddiviso a sua volta in piccoli quartieri, risalenti anche ad epoche successive. I più recenti sono quelli del 1927 e 1974, oltre a quello dedicato alle esposizioni.

Il Den Gamle By è stato ideato nel 1909 ed inaugurato appena cinque anni più tardi.


Al suo interno sono presenti anche diversi musei, come quello dei poster danesi, quello del giocattolo, la galleria di arti decorative che contiene argenteria, porcellane ed orologi. Non mancano anche carrozze con cavalli, ristoranti, botteghe e librerie d’epoca in cui è possibile acquistare ancora oggi qualche ricordo o dolciume.

L’ingresso a pagamento permette di accedere a tutte queste attrazioni e, nonostante non sia un amante delle ricostruzioni, questa fa eccezione.

 Le case che si vedono sono tutte reali e trovo piuttosto bizzarro il fatto che siano state ‘strappate’ a una città per essere poi trapiantate qui. La maggior parte di queste sono con facciate a graticcio e aperte al pubblico, che può visitarne gli interni e le stanze decorate con lo stile originale.


Appena entrati ci ritroviamo nel quartiere del 1864, negli alloggi di Eilschou dove veniva in visita il giovane Andersen quando era un bambino. Al suo interno degli attori in abiti d’epoca sono pronti ad accoglierci. 

Dopo essere passati per le botteghe artigiane, sul lato opposto della strada, arriviamo al retro delle case degli artigiani, dove è posizionata una serra e piccoli orti. 

A poca distanza anche un parco giochi del 1864 con giostre, per lo più in legno, funzionanti. Veramente affascinante anche la farmacia, con cassetti e contenitori che creano una ricostruzione fedele e strabiliante. 

Questa risale addirittura al 1700 ed è la farmacia più antica e ben conservata di tutta la Danimarca, ritrovata in Vestergade a Copenaghen. 

Raggiunta la piazza di Den Gamle By ci ritroviamo davanti alla bella facciata del palazzo della Zecca, un’abitazione dell’alta borghesia davanti alla quale sono disposti i tavolini di un bar. Nel quartiere del 1864 sono ospitati edifici che vanno dalla metà del XVI secolo al XIX.




In pochi passi, anche lungo il canale, ci ritroviamo nel 1927, dove dentro a una libreria sono in vendita libri, lavagne e figurine da ritagliare. Questo quartiere è piuttosto raccolto e in men che non si dica passiamo dal negozio di ferramenta alla casa del sapone in cui venivano venduti saponi e attrezzi da barba, profumi. 

Qui è presente anche la pompa di benzina con vicino il rivenditore di automobili e la carrozzeria. Nel quartiere degli anni venti è presente anche la pavimentazione, piatta lungo la strada e dotata di un piccolo marciapiede, che rendeva più sicura la vita ai pedoni. La vita in quell’epoca era già più moderna, con pubblicità murali e insegne dipinte sui timpani dei palazzi. 

Qui è possibile vedere come l’industrializzazione ha avuto effetto sulla vita dei danesi, portando elettricità, lampioni elettrici, cavi telefonici, rastrelliere per biciclette, benzina. Le motociclette e le prime auto sostituiscono le carrozze trainate dai cavalli.


Continuando la nostra visita del Den Gamle By eccoci nel 1974, dove una pasticceria vende cioccolatini, dolci e caffè, e dove altre botteghe hanno un aspetto decisamente più moderno e, forse, meno affascinante ma utile per un rapidissimo confronto sul cambio di stile architettonico che ha avuto anche la Danimarca. 

In questo quartiere è possibile rivivere il cambiamento che ha caratterizzato gli anni settanta in Danimarca, dove hanno iniziato ad emergere le prime comuni e dove le donne hanno conquistato maggiore indipendenza. Gli appartamenti qui presenti ripropongono arredi e ricordi delle famiglie che li hanno abitati, come quelli di una madre single, di una coppia di lavoratori o di sei immigrati turchi.


La Vor Frue Kirke, la chiesa della Nostra Signora. (4)


Questa è una delle più importanti chiese cittadine, tanto che ne rappresentò la cattedrale con il nome di San Nicola, fino al momento del completamento del duomo cittadino. San Nicola è il protettore dei marinai ed è anche per questo che al suo interno, appese alle pareti, ci sono alcuni modellini di navi.

La Vor Frue Kirke ha una storia molto antica. La struttura originale venne infatti rivista nel 1227 dai monaci domenicani per crearne il proprio monastero. L’ala sud del monastero è proprio la chiesa della Nostra Signora. La nuova struttura utilizzava anche pezzi originali della chiesa precedente e ciò è evidente soprattutto guardando i lati della Vor Frue Kirke dall’interno del monastero.



Al suo interno sono la chiesa abbaziale ha sei volte a crociera, sostenute da stretti pilastri. L’attuale ingresso alla chiesa della Nostra Signora è quella dell’antico monastero domenicano qui ospitato. Le regole monastiche del 1240 imponevano che il guardiano si assicurasse che le persone indesiderate non entrassero. Tra queste le donne, i ladri o i delinquenti. Per questo motivo l’ingresso della chiesa è ben nascosto.

Sotto la cappella della Madonna è presente una cripta con elementi risalenti all’XI secolo, che la rende uno degli edifici di culto scandinavi più antichi ad essere ancora in uso. La cripta era una chiesa dedicata alla trinità costruita in ciottoli e pietre di campo. 

Le pareti e le colonne vennero ricoperte da un intonaco che mostra ancora piccoli residui degli affreschi originali. La chiesa della trinità venne demolita dai monaci domenicani, ma i suoi resti furono riscoperti durante alcuni lavori del 1955. 

Il crocifisso che domina questa cripta è una copia dell’originale ritrovato qui dentro risalente all’XI secolo, creato in stile romanico e conservato nel museo nazionale danese. Nel crocifisso Cristo è visto come un re, vestito in maniera nordica con capelli e barba che ricordano quella dei vichinghi. L’espressione del Cristo è quasi trionfale sebbene venga crocifisso.

Anche nel chiostro del monastero, accessibile attraverso una porta sul lato della chiesa in fondo alla navata, è presente un’altra chiesetta che purtroppo troviamo chiusa. Questa risale agli inizi del XIV secolo e veniva impiegata come sala del capitolo dei monaci e anche come sala di ricevimento per i loro ospiti. Questa chiesetta viene utilizzata ancora oggi per celebrare le cerimonie come battesimi e matrimoni.



Tra le vie più suggestive di tutta la città c’è senza dubbio la Mollestien: una stretta via acciottolata con ai lati le rose che battono contro i grandi vetri delle basse case a graticcio. (5)


Sembra che questa strada fosse già esistente in epoca vichinga, ma la maggior parte delle case che ci sono oggi risalgono al XVIII secolo e vennero costruite su abitazioni in legno di due secoli prima. Queste abitazioni, per lo più a un piano, venivano messe in affitto anche per via delle loro modeste dimensioni che prevedevano la cucina e il soggiorno in cui spesso si trovava anche la camera da letto.

Mollestien viene indicata da molti cittadini e turisti come la strada più bella in assoluto di tutta Aarhus.

Passeggiando per Mollestien sembra che il tempo si fermi e restituisca un’atmosfera decisamente romantica. Nonostante ciò la vita qui non è sempre stata idilliaca e fatta di belle frequentazioni: nel 1688 due donne che vivevano qui vennero condannate per stregoneria.




Dopo la suggestiva, ma breve, passeggiata per Mollestien raggiungiamo un’altra delle strade più belle di tutta Aarhus: Aboulevarden. (6)


Questa strada è il lungofiume che ci porta fino al cuore del centro storico, nei pressi del duomo.

Qui i bassi edifici a un piano in stile antico, lasciano spazio a ben più moderni palazzi che si affacciano direttamente sull’acqua e nei cui piani terra si alternano negozi, ristoranti e pub. Questa zona è tra le più vive di tutta la città e vede riversarsi ogni giorno migliaia di cittadini e turisti. Spesso vengono organizzati concerti dal vivo, tanto che noi ne troviamo uno su di un palco montato sull’acqua del fiume Aarhus.


Questa zona è piuttosto recente, infatti è stata al centro di una riqualificazione cittadina completata nel 2014. 

Nel 1920 il traffico cittadino era piuttosto intenso anche a causa dell’anima industriale della città. Per favorire gli spostamenti quindi si decise di coprire il letto del fiume. Solo nel 1989, per ridare vita al centro storico e attirare i cittadini venne presa la decisione di riportare alla luce il fiume e si diede via ai lavori che si conclusero solo negli ultimi anni, ma che raggiunsero in pieno gli obiettivi sperati


Il cuore del centro storico della città è rappresentato dalla Cattedrale di San Clemente, il duomo cittadino, in piazza Store Torv. (7)


Questa chiesa ha il primato di essere la più lunga di tutta la Danimarca, grazie alla navata che raggiunge quasi i 93 metri, oltre che la più alta di tutto il paese, grazie all’altezza notevole di 96 metri. 

La cattedrale di San Clemente venne costruita principalmente nel XV secolo, sui resti di chiese precedenti. Al suo interno vi si praticava la religione cattolica e quindi era riccamente decorata con affreschi che descrivevano le scene della bibbia ai contadini analfabeti e che vennero eseguiti tra il 1470 e il 1520. 

Anche in questa chiesa la riforma protestante del 1536 richiese l’imbiancatura a calce di queste scene, che solo recentemente sono state in parte riscoperte e portate alla luce per il loro valore storico. Tra le scene più famose c’è quella di San Giorgio che uccide il drago o altre scene che narrano dell’inferno.


Si pensa che qui inizialmente fosse presente una cappella in legno, su cui alla fine del XII secolo cominciarono a costruire una basilica romanica di tre livelli, dotata di due torri mai completate, ed edificata in pietra. Le navate laterali erano piuttosto lunghe e collegate a quella centrale attraverso sei arcate arrotondate. 

Il coro di questa chiesa era rappresentato da un insieme di absidi, torrette e cappelle corali. I lavori vennero completati agli inizi del XIV secolo, ma di tutto ciò però rimangono solo le cappelle. Nel 1330 la chiesa venne coinvolta in un rovinoso incendio che ne distrusse il tetto, tuttavia si continuò ad utilizzarla per quasi un secolo, quando cominciarono i lavori di ricostruzione per renderla una cattedrale gotica. 

Vennero costruite nuove cappelle e predisposta un’alta torre che svettasse su tutta la chiesa. I lavori si conclusero intorno al 1480 e le diedero l’aspetto che possiamo vedere ancora oggi, nonostante i numerosi restauri e rimaneggiamenti.

Al suo interno è custodito anche l’altare dorato a cinque pannelli del XV secolo in velluto, che viene girato tre volte all’anno. Altro elemento importante all’interno della chiesa è il pulpito in legno di quercia, databile 1588. Dotato di nove rilievi che descrivono scene del vecchio e nuovo testamento, come l’annunciazione a Maria, la nascita di Gesù, il suo battesimo, la crocefissione e altre. 




Anche la fonte battesimale è piuttosto antica, risale infatti al 1481 e venne creata da un modellatore di campane di Flensburgo. 

La ciotola è sorretta dai quattro evangelisti rappresentati come animali: il leone per Marco, l’angelo per Matteo, il bue per Luca e l’aquila per Giovanni, mentre sul bacino sono rappresentati numerosi santi. Essendo la chiesa dedicata a San Clemente, patrono dei naviganti, anche qui è appesa una nave votiva risalente al 1720. Questa è la nave votiva più antica di Danimarca e simboleggia la “navigazione” dell’uomo dalla culla alla tomba.

Nell’estremità orientale del duomo è presente la cappella romanica originale risalente al XII secolo.




Praticamente alle spalle del duomo troviamo il teatro di Aarhus. (8)


Impossibile non notarlo sulla sua scalinata, riccamente decorato da un dipinto sul timpano della facciata simmetrica, nella quale 7 finestre sormontano i due portoni di accesso. Lo stile Liberty dell’edificio con richiami all’art nouveau ben si sposa con la scelta di impiegare materiali naturali nella sua struttura.

Il teatro di Aarhus che possiamo vedere oggi risale alla fine del XIX secolo e prese il posto del precedente teatro cittadino.


Quest’ultimo venne soppiantato a causa delle dimensioni crescenti della città che non permettevano a tutti quelli che lo desideravano di poter assistere agli spettacoli per le sue dimensioni troppo ridotte. L’attuale teatro ospita ben 1200 persone a sedere. 




Sempre sulla piazza del duomo è presente un altro edificio da non perdere tra le cose da vedere ad Aarhus: il Kvindemuseet, ospitato nel vecchio municipio.(9)


Il Kvindemuseet narra come si è evoluta la storia della donna nella società danese. Nonostante questo sia un paese molto aperto e moderno, in realtà anche in Danimarca le donne hanno dovuto combattere per ottenere diritti e conquistare libertà. All’interno del museo è possibile ripercorrere queste tappe, oltre che documentarsi su fatti quali l’uguaglianza di genere e la sessualità femminile, e godere di una piccola mostra interattiva dedicata all’infanzia che può coinvolgere anche i più piccoli.

Il museo, fondato più di trent’anni fa, si trova all’interno del vecchio municipio dal 1984. Quest’edificio venne costruito nel 1857, ben prima che il diritto di voto fosse concesso anche alle donne. 

Prima di ospitare il Kvindemuseet, all’interno delle sue stanze si alternarono le funzioni municipali, quelle di una stazione di polizia e quelle di una prigione. Gli uffici del sindaco e la sala del consiglio comunale si trovavano al primo piano, mentre la stazione di polizia era raggiungibile attraverso un ingresso secondario. 

La prigione infine era ospitata in un piccolo edificio all’interno del cortile dietro al palazzo. Questo fu il secondo municipio della città e sostituì il precedente costruito sempre sulla piazza del duomo, ma andato perso. 

A sua volta venne rimpiazzato nel 1941 dal nuovo (e attuale) municipio cittadino che vedremo più tardi, per via delle dimensioni crescenti della città che richiedevano più uffici comunali.




Terminata la visita dei palazzi nei dintorni della chiesa, imbocchiamo Stroget, la via pedonale dello shopping cittadino.(10)


Questa via, riconoscibile perché decorata da bande orizzontali bianche e scure come pavimentazione, ottenute con granito proveniente dalla Cina e dalla Svezia, è lunga 850 metri e unisce i principali centri commerciali cittadini alle boutique delle grandi firme e alle marche internazionali. 

Circa 130 negozi si affacciano su Stroget, tra cui anche il grande centro commerciale Salling e il negozio di abbigliamento maschile più antico della Danimarca: Harder, fondato nel 1895.

Stroget unisce la stazione dei treni a via Aboulevarden in pieno centro, proprio dove è stato riscoperto il fiume della città. 

In realtà, però, non esiste una via vera e propria chiamata Stroget, ma con questo termine si è usuale chiamare due vie pedonali: Ryesgade e Søndergade oltre che piazza Skt. Clemens.


Ormai giunti alla fine di Stroget ci troviamo nei pressi della stazione. (12)


Alla nostra destra però notiamo un’altra chiesa che svetta tra gli edifici vicini, La chiesa cattolica della Nostra Signora (11)


Questa è la principale chiesa cattolica di tutta Aarhus e rappresenta la più grande comunità cattolica di tutto il paese, tanto che spesso le persone si radunano qui provenendo da vari luoghi della Danimarca. La breve distanza (appena centro metri) dalla stazione è un bell’incentivo per chi viene da fuori.

La chiesa cattolica della Nostra Signora venne costruita in stile gotico nel 1880 ed è caratterizzata da una forma stretta ma alta. 

Gli esterni, costruiti in mattoni e caratterizzati da una torre principale a cui si affiancano varie torrette con tetti in ardesia, sono rimasti praticamente invariati rispetto alla costruzione originale.


Internamente le tre navate dipinte di bianco sono divise da alte arcate che poggiano su solidi pilastri e sulle quali sono posizionate delle statue che ritraggono santi. 

 Le sedie per i fedeli sono disposte a semicerchio intorno al piccolo pulpito e non sono presenti le abituali panche che siamo soliti vedere nelle nostre chiese.




Usciti dalla chiesa percorriamo gli ultimi passi che ci portano fino alla stazione centrale di Aarhus. (12)


La stazione centrale, chiamata Aarhus Hovedbanegård, è un edificio sopraelevato sui binari e venne costruito nel 1927. 

Con questo progetto vennero unite la stazione centrale e l’ufficio postale principale della città. Questa è stata anche la terza stazione ad essere costruita in città ed ha soppiantato le precedenti del 1862 e del 1884 che si rivelarono, ripetutamente, inadatte per sopportare il traffico di una città in rapida espansione come questa.

I tre ingressi frontali sono sormontati da tre alte finestrone divise da quattro colonnati che sorreggono il timpano dotato di orologio, a loro volta racchiuse da altre due colonne con capitello ionico.

Dai suoi quattro binari partono treni che collegano la città anche a livello internazionale, raggiungendo Amburgo e Berlino. L’edificio ha al suo interno servizi di ristorazione e bar, ma è anche collegato direttamente con il centro commerciale Bruun’s Galleri, che contiene circa 90 negozi.

Con i suoi circa sei milioni di persone all’anno, questa è la stazione più trafficata di tutta la Danimarca subito dopo a quella di Copenaghen. 

Chi arriva qui si troverà in pochi passi su Stroget, la bella via pedonale che la collega in nemmeno un chilometro al cuore della città.


Una delle attrazioni più famose di tutta Aarhus, se non la più famosa in assoluto, è l’ARoS Kunstmuseum famoso principalmente per il suo edificio sormontato da una corona comprendente una vasta scala cromatica, all’interno della quale è possibile camminare. (13)


Il museo d’arte della città è costruito in mattoni rossi, con una sezione in vetro al piano terreno che rompe la monotonia dell’edificio e che lo inonda di luce naturale. Internamente sono presenti ben nove piani, la maggior parte dei quali dedicati alle esposizioni, con grandi spazi resi ancora più luminosi dal colore bianco ai muri. 

Opere dell’età d’oro danese e di modernismo si alternano a pezzi di arte contemporanea e a mostre temporanee, ma il pezzo che richiama più visitatori rimane sempre la sua “corona”. Quest’opera, creata da Olafur Eliasson, è chiamata Your Rainbow Panorama ed è formata da pannelli di vetro colorati attraverso i quali si può guardare la città come da dentro un arcobaleno. 

Nell’allestimento del Kunstmuseum si sono ispirati alla Divina Commedia di Dante: partendo dal quarto piano si può scendere all’inferno raggiungendo la stanza De 9 Rum (i nove spazi) al piano terra, interamente dipinta di nero e contenente opere bizzarre. Oppure si può salire al paradiso raggiungendo la sommità dell’edificio.


L’ARoS Kunstmuseum venne inaugurato nel 2004, mentre la sua copertura ad arcobaleno venne aggiunta nel 2011. Ad oggi rappresenta il secondo museo di Danimarca per visitatori, secondo solo al Louisiana Museum nei pressi di Copenaghen.




Affianco dell’ARoS Kunstmuseum sorge la concert Hall della città, o Musikhuset. (14)


Questo edificio è la più grande sala da concerti di tutta la Scandinavia ed è sede della Royal Academy of Music, della Danish National Opera e della Aarhus Symphony Orchestra.

Non è possibile che l’edificio della Musikhuset passi inosservato, soprattutto per via della sua particolare struttura. Tutta la facciata del foyer è caratterizzata da una grande vetrata che occupa una superficie di circa duemila metri quadri. 

Davanti alla vetrata un piccolo parco con siepi, ulivi e opere d’arte colora la piazzetta. Mentre all’interno della struttura sono ospitate sei sale e nove palchi e ogni anno vanno in scena circa 1500 eventi.

La Musikhuset venne inaugurata nel 1982 e venne progettata dagli architetti Kjær & Richter che vinsero un concorso appositamente indetto. Nel 2004 avvenne una piccola revisione dell’edificio, nella quale la vetrata venne spostata di quasi nove metri più avanti verso il parco, aumentando gli spazi interni di seicento metri quadri al piano terra.

La sala principale è in grado di ospitare 1588 persone a sedere, mentre la sala più piccola ne accoglie 319.




Abbiamo praticamente terminato le cose da vedere nel cuore del centro storico di Aarhus, ma  torniamo nelle vie vicine al duomo e passeggiamo nel quartiere latino. (15)


Qui le vie sono strette e i palazzi più bassi. Le facciate delle case si alternano con colori pastello differenti e molte di queste, al piano terra, ospitano boutique e bistrot. Questo è il luogo ideale dove fermarsi a mangiare qualcosa e apprezzare un po’ di buona musica dal vivo, se si vuole evitare la ressa di Aboulevarden.

Il quartiere latino è il quartiere più antico di tutta la città e crebbe vorticosamente nel XIV secolo, dopo che fu dato il via libera alla demolizione delle fortificazioni vichinghe. 

Al centro del quartiere latino è presente una piccola piazza: Pustervig Torv.

Le case più antiche ancora in piedi nel quartiere risalgono al XVI secolo e il nome di quartiere latino gli fu dato negli anni novanta anche per il motivo che questa zona della città ha molte analogie con il quartiere latino di Parigi.


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