KATAKOLON - ANDARE AD OLIMPIA IN AUTONOMIA - GUIDA AL SITO ARCHEOLOGICO - CON CARTINE E PERCORSI -

Qui abbiamo raccolto le informazioni per una escursione a terra ad Olimpia in autonomia.  

Indicazioni su come raggiungere Olimpia dal porto di Katakolon.

Una cartina dove sono illustrati i resti archeologici del sito di Olimpia e una descrizione dei principali resti archeologici del sito di Olimpia



Olimpia (Ολυμπία) è il nome dell’antica città greca, sede dell’amministrazione e dello svolgimento dei giochi “olimpici” ma anche luogo di culto di grande importanza, come testimoniano i resti di antichi templi, teatri, monumenti e statue, venuti alla luce dopo gli scavi effettuati nella zona dove la città originariamente sorgeva.

Una delle tappe più frequenti delle crociere che effettuano giri nel mediterraneo è di sicuro il porto di Katakolon. Dal porto, avrete diverse chance per giocarvi il tempo a terra o andare nella città di Olimpia .

 Se avete scelto di andare ad Olimpia le alternative sono tante la prima, la più comoda, è quella a 400 metri dalla nave c’è una stazione di un piccolo treno (gestito dal comune) che in 45 minuti vi porta a Olimpia al costo di €10 a/r ma applica sconti per i gruppi)


Oppure potete prendere un bus dei tour operator locali
Appena usciti dal terminal 15€ adulti e 10 bambino e vi porta ad Olimpia (mezz'ora di bus) proprio poco prima del sito archeologico
Il bus vi viene poi a riprendere all'ora stabilita. 

Altro modo, meno comodo, ma con più libertà è quello di prendere a noleggio uno scooter  oppure un auto

Altro mezzo per arrivare ad Olimpia è il treno che impiega circa 43 minuti ad un costo di 10 euro   a/r  - E'  molto facile prendere il treno per Olympia, il treno espresso è a circa 5 minuti a piedi da dove attracca la nave e il primo è verso le 8.30 del mattino. - Al porto è presente quotidianamente un chiosco e un addetto della stazione ferroviaria per l'emissione dei biglietti e per fornire informazioni ai passeggeri

Se proprio non sapete come arrivare, ci sono anche i Taxi, ma dovrete contrattare per ricevere un prezzo adeguato. 

Ovviamente questo Tour viene offerto anche da Agenzie locali, troverai diverse offerte appena scendi dalla nave.

I prezzi dei biglietti per l'Antica Olimpia partono da 14 € . Potrai vedere le rovine degli antichi edifici greci, tra cui il Tempio di Zeus e lo stadio olimpico originale, oltre a manufatti e sculture esposti nei musei. No, non ci sono biglietti d'ingresso separati per i diversi siti dell'Antica Olimpia.

Il sito archeologico può essere molto affollato, soprattutto quando ci sono molte navi da crociera attraccate a Katakolon, quindi prova a visitarlo presto o tardi se vuoi evitare la folla peggiore (e le temperature più calde se sei visita durante l'estate). 




Sulla cartina seguente sono illustrati i resti archeologici del sito di Olimpia.

I resti illustrati col colore viola risalgono al periodo arcaico che indica la fase iniziale di un qualsiasi processo storico, prima della sua piena maturità.

Col colore arancione sono illustrati i resti che risalgono al periodo classico.
Il colore giallo indica i resti risalenti al periodo ellenistico.
Infine col colore verde vengono illustrati i resti risalenti al periodo romano.
I numeri della cartina corrispondono alle indicazioni della legenda seguente.
I numeri cerchiati col colore rosso indicano i resti archeologici di maggiore interesse.




Di seguito descriverò i principali resti archeologici del sito di Olimpia

L’Heràion di Olimpia è un tempio greco eretto intorno al 600 a.C. Si tratta di uno dei più antichi templi dorici, uno dei primi peripteri e sicuramente il più antico con dei resti ancora leggibili e capaci di far comprendere la conformazione generale dell’edificio, anche in alzato.

È stato uno dei primi edifici costruiti presso il santuario di Zeus ad Olimpia. 

L’edificio è localizzato nella parte nord del recinto dell’area sacra della città e fu dedicato ad Era, una delle divinità più importanti della religione greca, anche se è probabile che in origine fosse dedicato a Zeus o ad entrambi.

Hera era la dea del matrimonio,era la moglie di Zeus e regina dei dell’Olimpo e come suo marito era adorata da tutti gli atleti.Gli atleti durante i giochi olimpici pregavano e supplicavano nel Tempio per la vittoria finale dei giochi olimpici. Fu probabilmente distrutto da un terremoto nel IV secolo a.C. e ricostruito. 

L’Heraion aveva anche la funzione di conservare le corone d’alloro che avrebbero coronato i vincitori dell’Olimpiade.

Nel 1877 vi venne trovato l’Hermes con Dioniso, capolavoro di Prassitele, oggi nel locale Museo archeologico. Pur appartenendo ad un periodo arcaico, il grande edificio presentava tutti gli elementi canonici del tempio greco: il naos (cella), il peristilio intorno alla cella, il pronao e l’opistodomo .
Il tempio con 6 colonne doriche sul fronte (periptero esastilo) e 16 colonne sul fianco si presentava molto lungo, venendo a formare le considerevoli dimensioni di 18,76 m per la facciata e 50,00 m per i lati. 

Le colonne sono alte 5,20 metri ed il tempio, posto su un unico gradone, doveva apparire piuttosto basso mettendo in risalto l’enorme mole del vicino tempio di Zeus, realizzato successivamente.

Pausania( uno scrittore e geografo greco antico), che visitò il tempio nel 176 a.C., nella sua Periegesi della Grecia attesta la presenza nell’opistodomos, di una colonna di legno di quercia, superstite di quelle originarie che erano progressivamente sostituite da altre lapidee, grazie alle donazioni al santuario, determinando una grande varietà di stili, diametri e materiali, tutt’oggi rilevabile dai reperti. Il pavimento era realizzato in una sorta di rudimentale cocciopesto.

Le tegole del rivestimento del tetto, di cui rimangono alcuni frammenti, erano in terracotta come le antefisse e l’acroterio policromo. Le colonne superstiti sono state rialzate durante la riscoperta e gli scavi archeologici tedeschi.

Nei pressi del tempio è stata ritrovata una testa di Era, forse appartenente al colossale simulacro della dea conservato nella cella e posto accanto ad una similare statua di Zeus, e un frammento di acroterio a disco probabilmente facente parte della decorazione frontonale, mentre non è stata ritrovata alcuna delle altre sculture ricordate da autori, come il frontone con l’altorilievo di una sfinge.



Il tempio di Zeus ad Olimpia, nell’Elide, venne costruito in stile dorico tra il 470 e il 456 a.C..

 L’architetto fu Libone, della vicina città di Elide, che per la costruzione scelse un conglomerato di conchiglie fossili.Il santuario di Zeus ad Olimpia era il più famoso santuario del mondo antico, alla confluenza dei fiumi Cadeo e Alfeo. Il tempio di Zeus (64,2 m di lunghezza, 24,6 m di larghezza e alto 20 m) fu eretto secondo Pausania (uno scrittore e geografo greco antico)con il ricavato del bottino ottenuto a seguito della vittoria su Pisa, in Elide (circa 470 a.C.).

Il tempio, periptero esastilo, con 13 colonne sui lati lunghi, presenta un crepidoma rialzato di tre metri dal piano con alti gradini (l’ultimo, più alto, di 0,56 m) e con rampa di accesso sulla fronte. 

L’interno ha due colonne in antis sul pronao e sull’opistodomo e il vano della cella è tripartito da due file di colonne doriche. 

Le correzioni ottiche sono presenti nelle colonne dei lati lunghi, inclinate di circa 60 mm, ma assenti sulla fronte, eccezion fatta per le colonne d’angolo che partecipano del sistema laterale. Fu costruito con calcare conchiglifero locale e coperto con stucco colorato per nascondere le imperfezioni, come era comune nell’architettura greca. 

Il manto di copertura del tetto e la decorazione scultorea, giunta in gran parte fino a noi, erano invece in marmo. All’interno una scala immetteva ad una galleria rialzata dalla quale era possibile ammirare la statua crisoelefantina di Zeus, opera di Fidia posta nella cella, tra i due colonnati, in epoca successiva all’erezione dell’edificio.

Di quello che viene ritenuto il maggior complesso scultoreo appartenente allo stile severo ci sono rimaste quasi tutte le statue frontonali (42), le metope dei due vestiboli (12, 6 su ciascun fregio) e alcuni dei gocciolatoi a forma di testa di leone, alcuni originali e altri sostituzioni scolpite in epoca successiva

Le 12 metope che si trovano nel museo archeologico di Olimpia,narrano le fatiche di Eracle. 

La scena sul frontone orientale raffigura i preparativi per la gara di corsa su carri tra Pelope e Enomao (re di Pisa), le cui statue affiancano quella centrale di Zeus. 

Il tema è legato alle origini mitiche del santuario e il momento raffigurato è quello del giuramento prima della gara: i due protagonisti, Enomao con la sposa al fianco e Pelope con al fianco Ippodamia, la figlia di Enomao, sono figure isolate, esprimenti il raccoglimento nell’attesa e una silenziosa tensione che sembra comunicarsi alle proprie compagne e agli altri personaggi, servi e spettatori.



Sul frontone occidentale, sottoposto a importanti restauri già in epoca antica, Lapiti e Centauri (raffigurati nella foto sotto) combattono alle nozze di Piritoo, presiedute dalla figura centrale di Apollo. Ai suoi lati, Piritoo e Teseo guidano due gruppi di lapiti; verso gli estremi del frontone anziane donne sdraiate si nascondono per sottrarsi alla lotta. 

In opposizione alla raccolta intimità del frontone orientale la Centauromachia, tema comune nella Grecia del V secolo a.C., favorisce l’animazione e il ritmo turbinoso del racconto, ma non si discosta dalla corsa dei carri nell’intento etico e celebrativo.Questa alternanza tra stasi e azione, ritmo e pensiero sembra essere cifra distintiva dell’intero complesso, presente sia nelle metope, sia nei frontoni.


Lo stadio di Olimpia, è situato ad est del recinto sacro Altis, era il luogo dove gli antichi giochi olimpici e la Heraia, giochi delle donne in onore di Hera, si erano svolte. 

Prima del VI secolo aC gli eventi in esecuzione si erano svolte in una zona pianeggiante ad est del grande altare di Zeus. 

Un primo stadio (stadio I) era stato costruito in età arcaica (metà del VI secolo aC) livellando la zona a sud della collina Kronios all’interno dell’ Altis. Alla fine del VI secolo aC, un nuovo stadio (stadio II) fu creato ad est del suo predecessore. 

Lo stadio ha ricevuto la sua forma finale (stadio III), nel V secolo, quando il grande tempio di Zeus fu costruito. 

Da allora i Giochi erano diventati molto popolari, attirando un gran numero di turisti e atleti. Il nuovo stadio fu spostato 82 metri ad est e sette metri a nord, ed era circondato da argini artificiali per gli spettatori. 

Dopo la costruzione della Echo-corridoio verso la metà del IV secolo aC, lo stadio fu isolato dall’ Altis, il che dimostra che i Giochi avevano perso il loro carattere puramente religioso ed era diventato più un evento sportivo e sociale.


L’esclusiva struttura Philippieion circolare è uno dei migliori esempi di antica architettura greca.

 Occupa una posizione di rilievo all’interno del recinto sacro, a ovest del tempio di Hera. Santuario dedicato a Zeus da Filippo II di Macedonia, dopo la sua vittoria nella battaglia di Cheronea nel 338 a.C. e ciò dimostra la grande importanza politica che il tempio aveva in quel momento. Dopo la morte di Filippo nel 336 a.C., il monumento fu completato.


Il Pelopion si trova nel cuore del sito, tra il tempio di Hera e il Tempio di Zeus. 

Era un monumento funerario dedicato alla mitica figura di Pelope, l’eroe venerato dal popolo Eleate, che successivamente dette il suo nome a tutta la penisola. Sotto il Pelopion si trova il recinto di un tumulo preistorico che è la struttura più antica all’interno dell’Altis che risale al 2500 a.C.

Secondo Pausania, una volta all’anno i magistrati vi sacrificavano un montone nero in onore di Pelope e a chi aveva mangiato le carni dell’animale sacrificato, non era permesso entrare nel tempio di Zeus perché considerato impuro.



Per quanto riguarda la palestra nel mondo greco essa indica “luogo per fare la lotta”, era destinata all’addestramento degli atleti ed agli eventi agonistici e sportivi pesanti, fra i quali la lotta e il pugilato.

L’edificio, che poteva appartenere anche ad un ginnasio, era un complesso architettonico e si presentava dotato di cortile a peristilio e su uno o su più lati c’erano degli spazi chiusi che servivano come vestiboli, oltre ad aule fornite di panche per il riposo. Inoltre c’erano bagni e negozi che vendevano oli e sabbia, elementi essenziali per l’igiene e la cura del corpo di un atleta.


Nella Grecia antica, si chiamava pritaneo ( πρυτανήιον) l’edificio pubblico dove in origine era ospitato il primo magistrato (pritano, πρύτανις). Vi era custodito il focolare sacro della città, e potevano essere accolti ospiti di particolare riguardo o cittadini benemeriti.

Ad Atene il pritaneo era l’edificio in cui si riunivano i pritani, cinquanta membri della Bulè momentaneamente investiti per sorteggio del titolo.L’edificio tuttavia aveva un ruolo molto più ampio, in quanto rappresentava il focolare e il cuore della città, dove si trovava il fuoco sacro che non si spegneva mai. 

Simbolo della continuità della città, consacrato ad Estia, dea del focolare, della casa e della famiglia, il pritaneo era il cuore simbolico e politico della pólis: in esso sedevano i magistrati, si accoglievano gli ambasciatori e si celebravano le cerimonie pubbliche, si prendeva il fuoco per fondare le colonie (e il loro pritaneo), si tenevano i sacrifici solenni e le offerte agli dei.



La stoà di Eco (Pausania la chiama anche stoa poikile) ,era al confine orientale dell’Altis. Prende il nome dall’eco che in essa risuonava per ben 7 volte. 

La stoà era lunga 98 metri, profonda 12,5 e aveva 44 colonne doriche; La Stoa di Eco fu costruita intorno al 350 a.C. e terminata in età augustea. Dentro c’erano dipinti di grandi pittori di quell’epoca. Al centro del portico c’èra il monumento di Tolomeo e Arsinoe. Davanti al portico statue di Zeus.


Centro di cultura fisica ed intellettuale, il ginnasio nel mondo greco era un edificio pubblico destinato ai giochi ed agli esercizi sportivi per la formazione dei ragazzi e degli efebi, che vi si esercitavano completamente nudi (il termine “ginnasio” deriva dal greco gymnòs, “nudo”). 

Il ginnasio di Olimpia, risalente al II sec. a.C., sorgeva, contiguo alla palestra, insieme ad altri edifici nell’Altis, il bosco sacro a Zeus nei pressi di Olimpia, e presentava una pianta ed una struttura architettonica conformi per lo più agli altri ginnasi del mondo greco: edificio rettangolare chiuso con ampio cortile al centro e portici sui quattro lati.


Il Museo Archeologico di Olimpia è uno dei musei più importanti della Grecia, infatti presenta la lunga storia del santuario più celebre dell’antichità, il santuario di Zeus, padre degli dei e degli uomini. 

Il museo contiene reperti provenienti dagli scavi nel recinto sacro dell’ Altis dalla preistoria al periodo paleocristiano. Il museo ospita numerosi reperti preziosi,tra cui la collezione di sculture, per le quali il museo è famoso, la collezione di bronzo( la più ricca collezione del suo tipo nel mondo), e la grande collezione di terracotta.

L’edificio del museo comprende il vestibolo e dodici sale espositive oltre a spazi ausiliari e magazzini.

Il museo contiene oggetti scavati provenienti dal l recinto sacro (Altis).

Parte dell’ala est è dedicata allo stoccaggio e la conservazione delle terrecotte, bronzo, pietra, mosaici e oggetti minori. Il Museo Archeologico di Olimpia,è stato riorganizzato nel 2004 per soddisfare i moderni standard museografici.

Tra i reperti più importanti del museo ci sono gli ornamenti scolpiti del Tempio di Zeus. Nel museo ci sono 42 figure che decoravano i due frontoni del tempio di Zeus, 12 metope e le lance d’acqua dalla testa di leone che corrono lungo la lunghezza del tempio.

Appartengono allo “stile austero” e appartengono al 1 ° semestre del 5 ° secolo a.C..

Riepilogando il museo ospita: la decorazione scultorea (metope e frontoni) del tempio di Zeus, il più importante esempio di stile severo dell’arte greca, la statua di Nike da Paionios e l’Hermes di Prassitele sono i pezzi più importanti e noti del museo, come la collezione dei bronzi, la più ricca del suo genere al mondo.

La mostra, recentemente ristrutturata, occupa 12 sale, nelle quali i reperti sono distribuiti in ordine cronologico.

Planimetria del museo archeologico di Olimpia



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