MONEMVASIA - GRECIA - IL PORTO CROCIERE - ATTRAZIONI E SUGGERIMENTI - COSA FARE IN UN GIORNO - UNA MAPPA DEI SENTIERI E PERCORSI -

L'isola di Monemvasia si trova leggermente al largo della costa orientale della penisola del Peloponneso e fu fondata nell'anno 583 dagli abitanti della terraferma. 
È nota per il suo castello medievale, arroccato su un'isola rocciosa collegata alla terraferma - città di Geyfira -  da una stretta strada rialzata. 

La città è circondata da mura ed è piena di strade acciottolate, chiese bizantine e palazzi in stile veneziano.
Il nome della città si traduce approssimativamente in “ingresso unico”


Monemvasia è nota per la sua straordinaria bellezza naturale e la sua ricca storia.Si possono esplorare il centro storico, che è circondato da mura fortificate e ospita numerose chiese bizantine ed edifici in stile veneziano. 

Da non perdere la navigazione in entrata o in uscita per ottenere il massimo effetto dalla città.  Monemvasia è un piccolo villaggio circondato da mura e ovunque si cammini o si guardi, c'è qualcosa di carino da vedere: le case, i giardini, i vicoli stretti, la vista sul mare. 

Monemvasia è un patrimonio mondiale dell'UNESCO ed è considerata una delle città medievali più importanti e meglio conservate della Grecia.  È conosciuta come la "Gibilterra dell'Est" o "La Roccia" per le sue imponenti fortificazioni e la sua posizione strategica.

Ci sono anche molte opportunità per godersi la vita all'aria aperta, come fare escursioni, nuotare e prendere il sole sulla spiaggia. La zona è anche conosciuta per la sua deliziosa cucina locale, con molti ristoranti che offrono piatti tradizionali greci.

Una delle spiagge più accessibili è fuori dal castello puoi fare il bagno sulla spiaggia di fronte alla strada, guardando il castello. La spiaggia è bandiera blu, ha ciottoli grandi che non danno fastidio e il mare è pulito. Ci sono docce e caffetterie.

 Nei dintorni di Monemvasia si trova la splendida spiaggia di Harahia, con la sua caratteristica sabbia fine. Anche intorno a Neapoli le baie sono una più bella dell’altra.


Monemvasia è divisa in due parti: la città bassa e la città alta. Alla Città Bassa si accede attraverso l'unica porta sul lato sud. Passeggia per i vicoli pittoreschi fino alla piazza principale, dove si trova un cannone turco vicino alla chiesa di Elkomenos. 

La diga copre il lato est della città con la sua feritoia protettiva. Nella città alta, sali in cima alla roccia alta 300 metri per ammirare le mura dell'antico castello, la chiesa di Santa Sofia e una splendida vista della città bassa.

 Preparati a camminare molto su ripidi gradini originali e sentieri acciottolati, costruiti su diversi livelli, se vuoi ammirare e fotografare le parti più importanti di questo luogo unico.

Passeggia per i vicoli a volta, le chiese e le dimore nobiliari. Fai una nuotata nelle sue acque cristalline e assaggia la sua deliziosa cucina e il suo vino leggendario. Segui le orme di cavalieri, pirati, crociati ed imperatori, che caddero tutti sotto l'incantesimo di questo mitico posto nel Peloponneso. Qui il tempo si ferma e diventerai un tutt'uno con la storia.

Il Monemvasia Cruise Terminal è lo scalo principale per le navi da crociera che visitano la storica città di Monemvasia. È a poco più di 1,5 km  dalla città, quindi è percorribile a piedi. C'è un autobus frequente dalla fine della strada rialzata alla porta della città, il che sarebbe meglio se il clima fosse caldo (come di solito è).

Mappa dell’isola e percorsi a piedi

In questa mappa di Monemvasia, sono segnalati (linea tratteggiata di colore grigio) i principali sentieri che, dall’abitato di Monemvasia, seguono il fianco della collina fino al promontorio sovrastante: dove si trovano i resti della Città Alta.


Cosa vedere

Lo splendido villaggio di Monemvasia si trova su quella che anticamente era un’isola. Attualmente si può raggiungere attraverso un comodissimo ponte, che dà accesso al borgo medievale. Si tratta di una roccaforte circondata da alte mura di cinta, in cui si può entrare unicamente da un portale. 

L’unico modo per procedere verso l’interno è camminare, sono infatti completamente bandite le auto, all’interno del paesino. L’attrazione turistica principale è rappresentata dal maestoso castello, situato nel punto più alto della rocca.



Monemvasia appare come un luogo estremamente curato, sin nei minimi dettagli. Passeggiare tra le sue strade acciottolate consente di ammirare le bellissime abitazioni e le splendide chiese. 

Se ne trovano tantissime e sono tutte da visitare, a cominciare dalla Cattedrale del Cristo in Catene, che è il luogo di culto principale. I vialetti fioriti del paesino rendono l’atmosfera perfetta per rilassanti passeggiate.

Il nome Monemvasia deriva dalla fusione delle parole greche mone ed emvasia, il cui significato, manco a dirlo è: unico accesso. Il riferimento, fin troppo evidente, è alla topografia del luogo. Fino al XX secolo l’isola di Monemvasia non aveva, con la terraferma, nessun collegamento stabile, salvo un ponte in legno che all’occorrenza poteva essere tirato giù o bruciato, per rendere l’isola e la sua fortezza inaccessibili.


Castro e borgo medievale di Monemvasia

L’attuale centro abitato di Monemvasia, ai piedi del promontorio, fu fondato nel 583 d. C. Si accede all’interno attraversando uno stretta porta in pietra, fiancheggiata da mura che salgono alla nostra sinistra verso le pareti verticali del promontorio. 

A destra seguono il perimetro della costa: un panorama che toglie il fiato. Il castro medievale è un labirinto di vicoli e scale in pietra, un susseguirsi ininterrotto di abitazioni che inaspettatamente si aprono su piazze e cortili. 
Pochi gli alberi e nessun pozzo, tanto che la carenza di acqua dolce è stata uno dei problemi maggiori per gli abitanti di Monemvasia. 

Per ovviare all’approvvigionamento idrico, ogni casa aveva un proprio serbatoio interno, molti dei quali oggi riconvertiti in abitazioni per  turisti. La modernità ha pur sempre i propri vantaggi.



La prima impressione, una volta varcata la porta in pietra del kastro di Monemvasia è quella di trovarsi in un villaggio ben più grande di quanto in realtà non sia. 

Una suggestione dovuta all’intreccio di scale e vicoli che producono la singolare sensazione di trovarsi in un labirinto fantastico dove ogni edifico appare diverso a seconda della direzione da cui proveniamo. Suggestione che per i viaggiatori più intraprendenti e abituati a macinare chilometri, scompare il secondo giorno di permanenza; quando ormai il kastro non ha più segreti!

Chiesa di Cristo Elkomeno

Situata nel cuore del centro storico di Monemvasia, nel quartiere Kato Poli, la chiesa del Cristo Elkomeno risale al 1697, costruita con tutta probabilità sui resti di una chiesa più antica del VI-VII secolo. Di volta in volta, a seconda della sfera di influenza a cui Monemvasia si ritrovò soggetta, i potenti di turno spogliarono la chiesa degli arredi sacri, di cui oggi restano alcune rare icone bizantine, fiore all’occhiello del castro di Monemvasia.


Chiesa di Agia Sofia

Sul lato orientale del promontorio, al di fuori del centro abitato, sorge la chiesa più antica di Monemvasia, dedicata ad Agia Sofia (Sapienza di Dio). La posizione è spettacolare, su di un costone di roccia a picco sul mare, da cui la vista spazia su tutto il territorio circostante. 

La chiesa di Agia Sofia fu edificata nel XII secolo per volere dell’imperatore Andronico II che la  dedicò alla Vegine Maria, successivamente, sotto la dominazione veneziana,  fu trasformata in un convento cattolico e consacrata alla Sapienza di Dio, prendendo il nome che conserva ancora oggi di Agia Sofia.


Museo Archeologico di Monemvasia

L’edificio che oggi ospita il Museo Archeologico di Monemvasia ha cambiato, nel corso dei secoli, più volte destinazione d’uso. Moschea nel XVI secolo, chiesa cattolica sotto i veneziani, prigione, kafeneion (caffè greco) per essere trasformato nel 1999 in museo. 

Nelle sue sale una serie di reperti che ricostruiscono l’antichissima storia di Monemvasia, con ceramiche, oggetti di uso comune e sculture provenienti dalle campagne di scavo effettuate sull’isola.  All’interno del museo è presente una dettagliata mappa di Monemvasia: utilissima per orientarsi tra i vari sentieri dell’isola.

I suoi paesaggi rappresentano l’ambiente perfetto per godere della bellezza della natura e del relax vacanziero. 

Il borgo di Monemvasia è la meta ideale trascorrere magnifiche giornate in spiaggia. Il territorio nei dintorni del paesino permette infatti di rilassarsi lungo il variegato litorale e di ammirare paesaggi sorprendenti. 

Nei dintorni di Monemvasia si trova la splendida spiaggia di Harahia, con la sua caratteristica sabbia fine. Anche intorno a Neapoli le baie sono una più bella dell’altra.


Storia

La fondazione del borgo risale addirittura al VI secolo, a opera dei Bizantini. Dal momento della sua edificazione ha assunto un importante ruolo all’interno dell’impero, grazie alla presenza del porto. Nel 1249 la cittadina fu conquistata dai Franchi, in seguito a un assedio spietato durato più di un anno. 

Nel 1259 fu riconquistata dai Bizantini e tornò ai suoi antichi splendori. Dopo la dominazione del Papa e quella operata dai Veneziani, Monemvasia fu presa dai Turchi. 

Le vicende storiche del borgo si snodano da sempre tra le dominazioni, tanto che la cittadina fu di nuovo conquistata dai Veneziani, che ne mantennero il dominio fino al 1715. L’ultima dominazione avvenne durante la seconda guerra mondiale a opera dei tedeschi, che la usarono come punto di ricovero per dare ristoro ai soldati feriti.


Malvasia, il dolce vino di Monemvasia

Cosa c’entra la Malvasia con Monemvasia? Assonanze a parte il vino Malvasia è stato per secoli uno dei prodotti più ambiti e ricercati, un vino di pregio, originariamente prodotto a Malta e commercializzato dai veneziani. 

Quando l’isola cadde sotto il dominio arabo, i traffici subirono una decisiva battuta d’arresto. Alla ricerca di nuovi territori da cui approvvigionarsi i mercanti della Serenissima si concentrarono sulle regioni del Mediterraneo orientale. 

È a questo punto che entra in gioco Monemvasia, centro strategico, come abbiamo visto, per lungo tempo sotto la sfera d’influenza di Venezia, che da Monemvasia, venne ribattezzata Malvasia o anche Napoli di Malvasia. 

Grazie ai mercanti veneziani, luogo e prodotto, finirono per coincidere, indicando per estensione, tutti i vini dolci originari del Mediterraneo orientale.



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